IL FENOMENO DELLA DOPPIA CITTADINANZA IN BRASILE
di Alberto Rizzi
(aprile 2002)
1.1 L’emigrazione italiana in Brasile
Le prime presenze italiane in Brasile risalgono al periodo delle scoperte (XVI secolo). Si
tratta principalmente di navigatori, esploratori, missionari, soldati e piccoli commercianti
insediati nel Nord Est brasiliano, a settentrione di Rio de Janeiro: una presenza
certamente molto ridotta, che viene stimata per la prima volta nel 1872 in soli 6.000
individui.
L’emigrazione di massa inizia invece nel 1870-1880, in concomitanza con l’abolizione
della schiavitù da parte delle Autorità brasiliane e la promozione dell’immigrazione di
coloni liberi dall’Europa da destinare al lavoro nelle piantagioni.
Alla forte richiesta di manodopera del Brasile corrispondono contemporaneamente le
difficoltà economiche e sociali di un’Italia da poco unificata. È naturale che il Brasile
attragga molti lavoratori, diventando la terza meta di emigrazione italiana dopo gli Stati
Uniti e l’Argentina negli anni che vanno dal 1880 al 1914. Secondo dati statistici locali, gli
immigrati italiani giungono in numero nettamente superiore rispetto a quelli di altre
nazionalità: più di 15.000 nel 1884, 21.765 nel 1885, 40.157 nel 1887, 132.326 nel 1891, e
fino alla fine del secolo non si registrano quote inferiori alle 30.000 unità l’anno.
L’anno 1914 determina un’inversione di tendenza dovuta all’avvento della Prima Guerra
Mondiale ed alla contemporanea crisi economica brasiliana, per cui le partenze dall’Italia
subiscono un netto calo.
L’emigrazione riprende di nuovo negli anni successivi alla fine della Prima e della Seconda
Guerra Mondiale, favorita di nuovo dalla crisi economica, politica e sociale in cui l’Italia
versa, ma non arriva ad essere massiccia come quella della fine del XIX secolo.
Questi fenomeni di emigrazione di massa sono facilmente ricollegabili ad un’emigrazione di tipo tradizionale, caratterizzata dalla ricerca di migliori condizioni di vita di chi lascia la propria terra.
Dal 1970 ha inizio una nuova fase di trasferimenti verso il Brasile, legata invece alla
crescente internazionalizzazione dell’economia.
Imprese italiane effettuano investimenti diretti in Brasile, creando insediamenti industriali
destinati a servire l’intera America Latina e, talora, altri mercati quali quello italiano e
quello europeo (gli esempi più significativi sono rappresentati attualmente dalla FIAT, dalla
Pirelli e dalla TIM). Gli operatori economici italiani ed il personale qualificato al loro seguito
caratterizzano i nuovi flussi di emigrati verso il Brasile.
Continua...
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