terça-feira, 10 de maio de 2011

O FENÔMENO DA DUPLA CIDADANIA ITALIANA NO BRASIL - em italiano (Parte 1)


IL FENOMENO DELLA DOPPIA CITTADINANZA IN BRASILE 

di Alberto Rizzi 

(aprile 2002) 


1.1 L’emigrazione italiana in Brasile 

Le prime presenze italiane in Brasile risalgono al periodo delle scoperte (XVI secolo). Si 
tratta principalmente di navigatori, esploratori, missionari, soldati e piccoli commercianti 
insediati nel Nord Est brasiliano, a settentrione di Rio de Janeiro: una presenza 
certamente molto ridotta, che viene stimata per la prima volta nel 1872 in soli 6.000 
individui. 

L’emigrazione di massa inizia invece nel 1870-1880, in concomitanza con l’abolizione 
della schiavitù da parte delle Autorità brasiliane e la promozione dell’immigrazione di 
coloni liberi dall’Europa da destinare al lavoro nelle piantagioni. 

Alla forte richiesta di manodopera del Brasile corrispondono contemporaneamente le 
difficoltà economiche e sociali di un’Italia da poco unificata. È naturale che il Brasile 
attragga molti lavoratori, diventando la terza meta di emigrazione italiana dopo gli Stati 
Uniti e l’Argentina negli anni che vanno dal 1880 al 1914. Secondo dati statistici locali, gli 
immigrati italiani giungono in numero nettamente superiore rispetto a quelli di altre 
nazionalità: più di 15.000 nel 1884, 21.765 nel 1885, 40.157 nel 1887, 132.326 nel 1891, e 
fino alla fine del secolo non si registrano quote inferiori alle 30.000 unità l’anno. 

L’anno 1914 determina un’inversione di tendenza dovuta all’avvento della Prima Guerra 
Mondiale ed alla contemporanea crisi economica brasiliana, per cui le partenze dall’Italia 
subiscono un netto calo. 

L’emigrazione riprende di nuovo negli anni successivi alla fine della Prima e della Seconda 
Guerra Mondiale, favorita di nuovo dalla crisi economica, politica e sociale in cui l’Italia 
versa, ma non arriva ad essere massiccia come quella della fine del XIX secolo. 

Questi fenomeni di emigrazione di massa sono facilmente ricollegabili ad un’emigrazione di tipo tradizionale, caratterizzata dalla ricerca di migliori condizioni di vita di chi lascia la propria terra. 

Dal 1970 ha inizio una nuova fase di trasferimenti verso il Brasile, legata invece alla 
crescente internazionalizzazione dell’economia. 

Imprese italiane effettuano investimenti diretti in Brasile, creando insediamenti industriali 
destinati a servire l’intera America Latina e, talora, altri mercati quali quello italiano e 
quello europeo (gli esempi più significativi sono rappresentati attualmente dalla FIAT, dalla 
Pirelli e dalla TIM). Gli operatori economici italiani ed il personale qualificato al loro seguito 
caratterizzano i nuovi flussi di emigrati verso il Brasile. 

Continua...
  

Nenhum comentário:

Postar um comentário

Deixe seu comentário: