segunda-feira, 1 de agosto de 2011

Vse o digitalni televiziji


digitalni-tv

Vaš pomislek:
"Ali moram kupiti nov televizor za preklop na digitalno?"
Naš odogovor:
Ne, ni vam treba kupiti novega televizorija. Za spremljanje digitalne programske sheme je primeren čisto vsak televizor, ki ima standardni priključek SCART.* Tudi vaš ga verjetno že ima.

Vaš pomislek:
"Kupil sem nov televizor. Sem s tem že preklopil na digitalno?"
Naš odogovor:
Žal ne, le novejši televizor imate. Digitalna televizija pomeni drugo tehniko prenosa programov, ki omogoča lepšo sliko, čistejši zvok in kopico funkcij, ki naredijo gledanje udobnejše in enostavnejše, kot je bilo kdajkoli mogoče. Preklopiti na digitalno pa pomeni izbirati enega izmed Telemachovih digitalnih paketov, ne kupiti nov televizor**.

* Za priklop digitalnega snemalnika in sprejemnika za spremljanje programov v visoki ločljivosti, mora imeti televizor oznako HD READY ali FULL HD.
** Preklop je možen, kjer obstajajo tehnične možnosti zanj. Televizijski sprejemnik mora imeti SCART vhod.

www.telemach.si

 

quarta-feira, 11 de maio de 2011

O FENÔMENO DA DUPLA CIDADANIA ITALIANA NO BRASIL - em italiano (Parte 2)


IL FENOMENO DELLA DOPPIA CITTADINANZA IN BRASILE 

di Alberto Rizzi 

(aprile 2002) 



1.2  La presenza italiana attuale 

Viste le premesse del paragrafo precedente, la presenza italiana attuale in Brasile è 
costituita nella sua quasi totalità da oriundi, discendenti di emigrati, ed in misura di gran 
lunga minore da cittadini italiani recentemente trasferiti.  

Le ultime stime registrano una popolazione di origine italiana di circa 25 milioni di persone, 
pari al 15% della popolazione totale. Le maggiori concentrazioni si verificano negli Stati di 
San Paolo, Rio Grande do Sul, Paraná, Santa Catarina, Rio de Janeiro e Espírito Santo, 
anche se la presenza italiana si estende a tutto il territorio brasiliano. Lo stato del Rio 
Grande do Sul è inoltre caratterizzato dall’esistenza di vere e proprie colonie di 
discendenti di italiani.  

Il numero degli iscritti all’anagrafe consolare, al 31/12/2001, risulta pari a 301.401 persone, 
più della metà delle quali residenti nella circoscrizione consolare di San Paolo. Si ritiene 
che la maggioranza abbia la doppia cittadinanza italo-brasiliana, mentre solo una 
minoranza sia composta da soli cittadini italiani. 

Circoscrizione consolare / Oriundi / Cittadini italiani iscritti all’anagrafe cons. 
San Paolo  13.000.000  165.697 
Rio de Janeiro  4.000.000  41.139 
Porto Alegre  3.000.000  36.888 
Curitiba  4.000.000  34.339 
Belo Horizonte  1.000.000  14.066 
Recife  50.000  5.785 
Brasilia  Alcune migliaia*  3.487 
Totale  25.000.000**  301.401 

Dati al 31/12/2001 

*Il dato relativo a Brasilia, sicuramente maggiore del numero degli iscritti all’anagrafe,  è molto 
approssimativo poiché la città, essendo stata fondata una quarantina di anni fa, presenta un’emigrazione 
interna molto recente ed atipica rispetto al resto del Paese.  
**Essendo i dati per circoscrizione consolare semplici stime indicative, la cifra relativa alla presenza italiana 
totale in Brasile è approssimata a 25.000.000 di unità. 


Per quel che riguarda il processo di integrazione della comunità italiana nella società 
brasiliana, nella maggior parte dei casi si è ormai giunti alla terza o alla quarta 
generazione.  
L’influenza italiana nell’evoluzione del Paese è evidente.  
A riguardo va rilevato che il contesto linguistico e culturale latino proprio del Brasile ha 
facilitato sin dall’inizio l’inserimento dei nostri emigrati e la loro partecipazione attiva alla 
vita del Paese. 

Un punto caratterizzante la nostra emigrazione è stato senz’altro l’introduzione dell’etica di 
lavoro del Paese d’origine. 
Questa si è tradotta non solo nella creazione di imprese di livello nazionale ed 
internazionale, ma anche nell’espressione dei suoi valori nel lavoro subordinato ed 
artigianale, contribuendo in modo determinante all’edificazione della società brasiliana 
contemporanea. Essa ha fornito, infatti, l’alternativa vincente in termini di organizzazione 
sociale e produttiva alla precedente struttura coloniale fondata sulla coltivazione estensiva 
e l’impiego di maestranze in regime di schiavitù. 
A prova di quanto appena detto basti osservare che le regioni geo-economiche con 
maggiore presenza italiana, il Sud (comprendente gli Stati del Rio Grande do Sul, Paraná 
e Santa Catarina) ed il Sud-est (comprendente gli Stati di San Paolo, Rio de Janeiro, 
Espírito Santo e Minas Gerais), vantano i maggiori indici di sviluppo sociale ed economico, 
oltre ad essere le aree dove sono concentrate l’industria di trasformazione, quella ad alta 
tecnologia e la produzione agricola intensiva, contribuendo da sole a più del 75% del PIL 
brasiliano. Il solo Stato di San Paolo, con i suoi 13 milioni di oriundi italiani sui 35 milioni di 
abitanti complessivi, ha prodotto nel 1999 il 36,5% del PIL brasiliano.  

Per quel che riguarda il livello di istruzione, gli oriundi italiani si inseriscono nella fascia 
medio-alta, con largo accesso alla scuola secondaria ed all’insegnamento universitario.  
Anche in termini di condizione socio-economica i discendenti si inseriscono nelle fasce 
medio-alte della società, con livelli di vita, anche minimi, ben al di sopra di quelli delle 
componenti meno fortunate della popolazione locale, e numerose presenze negli strati più 
alti della società. 

L’elevato livello d’integrazione è provato anche dalla partecipazione alla vita politica 
brasiliana, soddisfacente sia a livello statale che federale.  
Tra le forme più significative di partecipazione è da annoverare l’attiv ità del “Gruppo 
Parlamentare Italia-Brasile”, formato in seno al Parlamento Federale e composto da oltre 
250 membri, quasi un quarto dei quali di origine italiana, tra cui molti doppi cittadini. Esso 
si occupa dello sviluppo dei rapporti fra i due Paesi. 

Dal punto di vista dell’associazionismo, nell’ambito della collettività italiana si contano 402 
associazioni in tutto il Brasile che promuovono la diffusione ed il mantenimento della 
lingua, della cultura e delle tradizioni italiane. Esistono inoltre sei  Com.It.Es nelle 
circoscrizioni consolari di San Paolo, Rio de Janeiro, Recife, Curitiba, Porto Alegre e Belo 
Horizonte, e quattro delegati per il Brasile nel C.G.I.E. 

Per completezza di informazione e per una migliore comprensione di quanto segue si 
elencano gli Stati componenti le varie circoscrizioni consolari italiane in Brasile:  

·  circoscrizione di San Paolo: San Paolo, Mato Grosso, Mato Grosso do Sul, 
Rondônia e Acre;  
·  circoscrizione di Porto Alegre: Rio Grande do Sul; 
·  circoscrizione di Curitiba: Paraná e Santa Catarina; 
·  circoscrizione di Rio de Janeiro: Rio de Janeiro, Espírito Santo, Bahia;
·  circoscrizione di Recife: Alagoas, Amapá, Amazonas, Ceará, Fernando de 
Noronha, Maranhão, Pará, Paraíba, Pernambuco, Piauí, Rio Grande do Norte, 
Roraima, Sergipe; 
·  circoscrizione di Belo Horizonte: Minas Gerais, Goiás, Tocantins; 
·  circoscrizione di Brasilia: Distretto Federale. 


Continua...


terça-feira, 10 de maio de 2011

O FENÔMENO DA DUPLA CIDADANIA ITALIANA NO BRASIL - em italiano (Parte 1)


IL FENOMENO DELLA DOPPIA CITTADINANZA IN BRASILE 

di Alberto Rizzi 

(aprile 2002) 


1.1 L’emigrazione italiana in Brasile 

Le prime presenze italiane in Brasile risalgono al periodo delle scoperte (XVI secolo). Si 
tratta principalmente di navigatori, esploratori, missionari, soldati e piccoli commercianti 
insediati nel Nord Est brasiliano, a settentrione di Rio de Janeiro: una presenza 
certamente molto ridotta, che viene stimata per la prima volta nel 1872 in soli 6.000 
individui. 

L’emigrazione di massa inizia invece nel 1870-1880, in concomitanza con l’abolizione 
della schiavitù da parte delle Autorità brasiliane e la promozione dell’immigrazione di 
coloni liberi dall’Europa da destinare al lavoro nelle piantagioni. 

Alla forte richiesta di manodopera del Brasile corrispondono contemporaneamente le 
difficoltà economiche e sociali di un’Italia da poco unificata. È naturale che il Brasile 
attragga molti lavoratori, diventando la terza meta di emigrazione italiana dopo gli Stati 
Uniti e l’Argentina negli anni che vanno dal 1880 al 1914. Secondo dati statistici locali, gli 
immigrati italiani giungono in numero nettamente superiore rispetto a quelli di altre 
nazionalità: più di 15.000 nel 1884, 21.765 nel 1885, 40.157 nel 1887, 132.326 nel 1891, e 
fino alla fine del secolo non si registrano quote inferiori alle 30.000 unità l’anno. 

L’anno 1914 determina un’inversione di tendenza dovuta all’avvento della Prima Guerra 
Mondiale ed alla contemporanea crisi economica brasiliana, per cui le partenze dall’Italia 
subiscono un netto calo. 

L’emigrazione riprende di nuovo negli anni successivi alla fine della Prima e della Seconda 
Guerra Mondiale, favorita di nuovo dalla crisi economica, politica e sociale in cui l’Italia 
versa, ma non arriva ad essere massiccia come quella della fine del XIX secolo. 

Questi fenomeni di emigrazione di massa sono facilmente ricollegabili ad un’emigrazione di tipo tradizionale, caratterizzata dalla ricerca di migliori condizioni di vita di chi lascia la propria terra. 

Dal 1970 ha inizio una nuova fase di trasferimenti verso il Brasile, legata invece alla 
crescente internazionalizzazione dell’economia. 

Imprese italiane effettuano investimenti diretti in Brasile, creando insediamenti industriali 
destinati a servire l’intera America Latina e, talora, altri mercati quali quello italiano e 
quello europeo (gli esempi più significativi sono rappresentati attualmente dalla FIAT, dalla 
Pirelli e dalla TIM). Gli operatori economici italiani ed il personale qualificato al loro seguito 
caratterizzano i nuovi flussi di emigrati verso il Brasile. 

Continua...
  

quinta-feira, 5 de maio de 2011

Agora é correta a prática de tortura


Os Estados Unidos admitiram ter torturado comparsas para encontrar o terrorista Osama Bin Laden.

Segundo o governo essa é a maneira mais eficaz para conseguir informações. Pessoas suspeitas, que não tinham conhecimento relacionado a seu paradeiro também foram torturadas.

A tortura é proibida pela convenção das Nações Unidas, adotada pela Assembléia Geral em 10 de dezembro de 1984 e pela terceira Convenção de Genebra. Ela constitui uma grave violação dos Direitos Humanos. No entanto, a tortura ainda é praticada no mundo, frequentemente coberta por uma definição imprecisa da lei ou legislações locais vagas.

Pode-se salvar milhares de vidas destruindo vidas?


segunda-feira, 2 de maio de 2011

Quando penso em você


QUANDO PENSO EM VOCÊ
--------------------
quero ter você sempre perto de mim
aprender... que você me mostre tudo o que você gosta e eu mostre a você tudo o que eu gosto
entender... tudo o que você pensa
tudo isso que eu não sei até hoje, não sei porque.
tenho certeza que nunca vou te esquecer.

Autor: B de Menezes

Sou um estrangeiro neste mundo

Sou um estrangeiro neste mundo.

Sou um estrangeiro e já percorri o mundo do Oriente ao Ocidente sem encontrar minha terra natal, nem quem me conheça ou se lembre de mim.

Acordo pela manhã, e acho-me prisioneiro num antro escuro, freqüentado por cobras e insetos. Se sair à luz, a sombra de meu corpo me segue, e as sombras de minha alma me precedem, levando-me aonde não sei, oferecendo-me coisas de que não preciso, procurando algo que não entendo. E quando chega a noite, volto para a casa e deito-me numa cama feita de plumas de avestruz e de espinhos dos campos.

Idéias estranhas atormentam minha mente, e inclinações diversas, perturbadoras, alegres, dolorosas, agradáveis. À meia-noite, assaltam-me fantasmas de tempos idos. E almas de nações esquecidas me fitam. Interrogo-as, recebendo por toda resposta um sorriso. Quando procuro segurá-las, fogem de mim e desvanecem-se como fumaça.

Sou um estrangeiro neste mundo.

Sou um estrangeiro e não há no mundo quem conheça uma única palavra do idioma de minha alma...  

--
Trecho de Gibran Khalil Gibran جبران خليل جبران بن ميکائيل بن سعد 
(Líbano 1883-1931 Nova Iorque)


Estrela - Meimei - Chico Xavier


E S T R E L A

Mãezinha Querida,
Enquanto a música festiva celebra a passagem do teu dia na Terra,
venho falar-te a sós.

Sei que te ocultas na humildade, como se não fosses a nossa heroína de cada dia, entretanto, estás escondida entre nós,
qual estrela brilhante na escuridão!...

Ante os poemas de louvor com que te honram a bênção, entro no santuário da memória para lembrar-te. E recolho, na concha da saudade,
as canções com que me guardaste o berço, as palavras de ternura com que me deste apoio aos primeiros passos, o aconchego de teu colo
e o veludo de tuas mãos...

Mas revejo, igualmente, o olhar agoniado com que recebias o golpe de nossos erros e o teu silêncio misturado de lágrimas,
quando nosso gesto impensado te buscava ferir.
Nunca falaste em perdão, porque nunca te detiveste nas nossas faltas, para seres em nossa estrada somente amor.
Sei agora, contudo, quantas cruzes invisíveis de sofrimento
te algemamos no coração...

Os dias passaram, ensinando-me o alfabeto da experiência no livro de tua própria renúncia e eis-me aqui, de alma renovada,
para exaltar-te a glória desconhecida.

Quisera ofertar-te os mais belos tesouros do mundo, no entanto, Mãezinha, o ouro da terra é simples metal duro e frio, quando se trata de brindar uma estrela... Trago-te, assim, as flores do meu afeto,
para que o perfume da minha oração de enternecimento e alegria desfaleça de amor aos teus pés, no trono de sacrifício em que
Deus te coloca. E estendendo os meus braços,
sequiosos de teu carinho, repito, de novo, em preces
– Estrela divina, envolve-me em tua luz!...

MEIMEI


Francisco Cândido Xavier (1910-2002)

sexta-feira, 29 de abril de 2011

Por que medicamentos similares não viram genéricos?

Líderes de mercado, remédios similares enfrentam resistência de médicos


Anvisa e Conselho de Farmácia dizem que esses medicamentos são eficazes

Por Diego Junqueira, do Portal R7


Os medicamentos similares, apesar de dominar as vendas de remédios no Brasil, com 65% do mercado, dividem a opinião dos médicos com relação a sua eficácia. Enquanto alguns especialistas dizem que esses remédios são seguros e confiáveis, outros são mais resistentes e evitam receitá-los para seus pacientes.

Os similares possuem o mesmo princípio ativo, na mesma quantidade e com as mesmas características que o medicamento original, mas somente os genéricos possuem a mesma eficácia clínica e a mesma segurança que os medicamentos de referência e, por isso, são considerados seus equivalentes terapêuticos.
Remédios como o Melhoral Infantil, do laboratório DM, e o AAS, do Sanofi Aventis, por exemplo, são similares da Aspirina, o medicamento de referência feito pelo laboratório Bayer. Já os genéricos são chamados pelo nome do princípio ativo, que, no caso, é o ácido acetilsalicílico, usado como analgésico e anti-inflamatório.
Mas enquanto os genéricos são “idênticos” aos medicamentos de marca, os similares são considerados “semelhantes”. E essa diferença se mede pelos testes a que cada um é submetido.
Os similares passam pelos testes de equivalência farmacêutica e de biodisponibilidade relativa. Enquanto o primeiro certifica que o similar contém o mesmo princípio ativo, na mesma quantidade e com as mesmas características que o medicamento de referência, o segundo se relaciona à quantidade e à velocidade de absorção do princípio ativo na corrente sanguínea.
Já os medicamentos genéricos, além de passarem pela equivalência farmacêutica, passam também pelo teste de bioequivalência, que é mais completo que o de biodisponibilidade. A bioequivalência assegura que o medicamento genérico é o equivalente terapêutico do de referência. Isso quer dizer que o genérico tem a mesma eficácia clínica e a mesma segurança em relação ao remédio de marca.
É por esse motivo que os similares não são considerados "intercambiáveis" com os medicamentos de referência, ou seja, não podem substituir completamente os de marca, como acontece com os genéricos.
Fora da receita
O presidente da SBCM (Sociedade Brasileira de Clínica Médica), Antonio Carlos Lopes, que é também professor titular de Clínica Médica da Unifesp (Universidade Federal de São Paulo), admite que não prescreve medicamentos similares para seus pacientes.
- O similar não passa por todos os testes, então, tecnicamente, a qualidade dele é questionável. [Por isso] não podemos aceitar o similar.
O cardiologista José Luís Aziz, professor da Faculdade de Medicina do ABC, tem uma opinião semelhante.
- O governo não tem um controle tão grande com os similares. Tem laboratórios [que produzem similares] que você nem conhece. Além disso, muitos farmacêuticos ganham comissão em cima desses remédios. Eles vendem dois e a farmácia ganha um.
Aziz afirma que, nos pacientes que acompanha, os tratamentos à base de similares são menos eficientes do que aqueles que usam os de referência e genéricos.
- Mas existem fábricas idôneas, daí a gente receita. O paciente só não pode ficar à mercê do balcão de farmácia.
Pelo fato de os genéricos gastarem mais com esses testes de aprovação, eles acabam sendo em geral mais caros que os similares. Além disso, não há identificação na embalagem mostrando que um medicamento é similar, diferente do que ocorre com os genéricos, cujas embalagens contêm uma tarja amarela e a letra "G" inscrita.
Segundo o professor José Nassute, do Departamento de Farmácia da Unesp (Universidade Estadual Paulista Julio de Mesquita Filho), o preço mais baixo aliado à falta de identificação dos similares favorece a venda desses medicamentos. Mas ele acredita que os similares estão “com os dias contados, pois as pessoas preferem comprar os genéricos”.
No entanto, após 11 anos da lei de genéricos, que pretendia melhorar a qualidade dos medicamentos e facilitar o acesso da população aos tratamentos, o mercado de remédios no Brasil não é favorável aos genéricos. De acordo com informações fornecidas pela Anvisa (Agência Nacional de Vigilância Sanitária), os similares representam 65,31% das vendas. Já os genéricos têm 13,23% e os de marca ficam com 20,46%. Esses são os dados mais recentes e se referem ao ano de 2008.
"Similares são eficazes"
Apesar dessa resistência, a Anvisa e o Conselho Federal de Farmácia garantem que esses medicamentos são seguros e eficazes. Segundo a agência de vigilância sanitária, os testes de biodisponibilidade são suficientes para garantir que os similares tenham eficiência clínica comparável com a do medicamento de referência.
Segundo o presidente do Conselho Federal de Farmácia, Jaldo de Souza Santos, os testes de qualidade são eficientes e a fiscalização desses medicamentos é rigorosa.
- Quando qualquer desvio é registrado, a Anvisa retira os medicamentos do mercado.
Segundo Santos, os medicamentos similares poderão ser transformados em genéricos desde que façam todos os testes exigidos e sejam registrados pela Anvisa com essa classificação. Mas isso não ocorre, segundo ele, para que o preço dos similares não suba, já que, ao incluir os gastos com todos os testes, os laboratórios terão de transferir o preço a seus produtos.
De acordo com a médica Leila Beltrami Moreira, professora do Departamento de Farmacologia da UFRGS (Universidade Federal do Rio Grande do Sul) e coordenadora da Comissão de Medicamentos do Hospital das Clínicas de Porto Alegre, os genéricos são mesmo mais testados que os similares, mas isso não representa um risco para o tratamento dos pacientes.
Para Leila, pode haver diferenças como dosagem e absorção, mas o mais importante é conhecer o medicamento que está sendo prescrito e, além disso, dar ao paciente a possibilidade de ele escolher seu remédio.
- Se está aprovado na Anvisa, tem que ter preenchido os requisitos mínimos de qualidade. Então, ruim não pode ser.

Contestados por médicos, fabricantes de remédios similares defendem produto

Especialistas e Anvisa não entram em acordo sobre testes realizados nos medicamentos

por Diego Junqueira, do Portal R7



Fabricantes de medicamentos similares garantem que seus produtos apresentam a mesma eficácia e segurança que os medicamentos de marca e os genéricos. Segundo a Alanac (Associação dos Laboratórios Farmacêuticos Nacionais), os similares só não podem substituir completamente os medicamentos de marca, assim como acontece com os genéricos, por uma questão política. 

Reportagem publicada pelo R7 no dia 23 de maio mostrou que os similares enfrentam resistência entre médicos, já que alguns evitam receitá-los para seus pacientes. Mas, de acordo com Henrique Uchio Tada, gerente técnico regulatório da Alanac, os testes a que são submetidos os similares são os mesmos dos genéricos. Ele afirmou que é “incoerente questionar a qualidade dos similares, pois isso serve apenas para confundir os leigos”. 

As normas da Anvisa (Agência Nacional de Vigilância Sanitária) determinam que os medicamentos similares passem pelos testes de equivalência farmacêutica e de biodisponibilidade relativa. Essa determinação passou a valer a partir de 2003 para o registro e para a renovação de registro dos similares no país. Até 2013, todos os similares devem passar pelas duas provas. 

Já os genéricos, além de também passarem pelo de equivalência farmacêutica, precisam se submeter ao teste de bioequivalência, que é a análise que garante a intercambialidade, ou seja, assegura a troca do medicamento de referência pelo seu genérico, sem que haja consequências no tratamento. Isso não acontece com os similares, que não podem substituir completamente os de marca.
Segundo a Anvisa, os similares têm qualidade e são eficazes, mas não são iguais aos genéricos, que possuem a mesma eficácia clínica e a mesma segurança que os medicamentos de referência e, por isso, são considerados seus equivalentes terapêuticos. 


Para determinar a diferença entre os testes de bioequivalência e o de biodisponibilidade relativa, o R7 consultou laboratórios habilitados pela Anvisa, professores de farmácia, além da própria agência sanitária. No entanto, não houve consenso entre os especialistas com relação à diferença dos testes. 



“Os dois testes garantem produtos com a mesma eficiência”

Segundo Talita Mota Gonçalves, pesquisadora principal do CBIO-NUDFAC, laboratório ligado à UFPE (Universidade Federal de Pernambuco) e habilitado pela Anvisa para realizar as provas de bioequivalência, medicamentos genéricos e similares passam pelos mesmos testes. 


- A diferença está no termo empregado: para genéricos são testes de bioequivalência  enquanto para similares são testes de biodisponibilidade relativa. 


A posição é reiterada pelo técnico da Alanac. 


- Tecnicamente e cientificamente, o estudo de bioequivalência e o estudo de biodisponibilidade relativa são sinônimos, pois são regulamentados pela mesma resolução da Anvisa (RE 1.170/06), que dispõe sobre o “Guia para Provas de Biodisponibilidade Relativa/Bioequivalência”. 


Segundo Gilberto de Nucci, professor de farmacologia da Unicamp (Universidade Estadual de Campinas) e da USP (Universidade de São Paulo), na maior parte das vezes “os similares passam por testes de bioequivalência", em "99% dos casos”. Ele afirma ainda que os dois testes garantem a mesma eficácia e segurança aos produtos. 


“Os testes são diferentes”

Apesar dessas afirmações, a Anvisa informou à reportagem que o teste de bioequivalência é mais completo do que o de biodisponibilidade relativa. Segundo a agência, a bioequivalência garante que os medicamentos (o de referência e o de teste) são exatamente iguais, enquanto que a biodisponibilidade relativa assegura que os produtos têm a mesma absorção e a mesma velocidade de reação no organismo. 


Segundo Terezinha de Jesus Andreoli Pinto, professora da Faculdade de Ciências Farmacêuticas da USP, para um medicamento atingir a bioequivalência, é preciso estudar a formulação do produto, o que não se limita ao princípio ativo, mas sim todos os excipientes farmacêuticos que compõem o produto. 

Os excipientes são substâncias auxiliares que estão diretamente envolvidas na composição dos medicamentos. São produtos inertes (sem ação) que formam o corpo do produto. Amido, celulose, corantes e agentes agregantes são exemplos desses compostos.
Segundo a professora, que também é coordenadora do Confar, laboratório ligado à USP e habilitado pela Anvisa para a realização dos testes de equivalência farmacêutica, o nível de bioequivalência exige estudos da formulação do produto para saber se os excipientes utilizados precisam ser substituídos. 


No caso de genéricos, diz ela, muitas vezes é preciso alterar a formulação do medicamento para atingir a bioequivalência e alcançar as características idênticas ao do remédio de referência. Isso significa que é preciso trabalhar o desenvolvimento do produto durante o processo fabril pra atingir esse nível. 


- Não se exige que os excipientes sejam os mesmos, mas, sim, que eles sejam os ideais e mais adequados para que determinada formulação atinja o grau de biodisponibilidade, o que eventualmente poderá caracterizar a bioequivalência, que é a condição indispensável para o produto genérico. 


Segundo a coordenadora do Confar, os excipientes podem afetar a eficácia do produto porque pode ocorrer, por exemplo, uma dificuldade na liberação do fármaco. 

- O efeito do fármaco depende de como você trabalha os excipientes [durante o desenvolvimento do medicamento]. O excipiente pode eventualmente comprometer a ação do fármaco. 

O professor Nucci, no entanto, afirma que a diferença entre os excipientes não é relevante para a composição do produto. Segundo ele, os excipientes não são relevantes para que se determine a equivalência. 

Já o técnico da Alanac afirma que são os estudos do princípio ativo no sangue que garantem que um medicamento tenha a mesma eficácia que outro. 


- O problema na verdade é político. A lei só permite você trocar um medicamento de referência por um genérico. Politicamente, os medicamentos similares não podem ser intercambiáveis [com os remédios de marca], apesar de terem os mesmos critérios de segurança e eficácia que os genéricos.

quinta-feira, 28 de abril de 2011

Descontos: sou estudante :)



UFSC- UNIVERSIDADE FEDERAL DE SANTA CATARINA

ATESTADO DE MATRÍCULA

ATESTADO


                    Atesto, a requerimento da parte interessada e segundo consta em nossos arquivos, que B de Menezes, identidade: 1234567 , C.P.F.: 123456789-10, foi admitido(a) nesta Universidade através de Chamada vestibular no curso de ENGENHARIA MECANICA, sob o número 00124487, estando regularmente matriculado(a) no primeiro semestre de 2007.
Disciplina
Turma
Descrição
Aula
Horário
Local
EPS5222
0742A
Modelos Economicos Quantitativos
3
409103
EPS003
EPS5241
1042
Planejamento Estrategico
3
218303
CTC201
EPS7013
1042
Empreendedorismo
3
418303
EPS001
EPS7014
1042
Redes de Empresa
3
518303
EPS001
16-04-2007 3
Curso reconhecido pela portaria/MEC n. 103, de 20/03/1984, publicado no Diário Oficial da União de 21/03/1984


Documento expedido gratuitamente (Resolução nº. 110/CC/2000).
A autenticidade deste documento deverá ser confirmada na página UFSC no endereço:
www.ufsc.br/cagr [Comunidade](Acadêmico)(Certifica Documento do Aluno), informando o número: 913254412070605
Florianópolis, 5 de junho de 2007








PREG - Pró-Reitoria de Ensino e Graduação
DAE - Departamento de Administração Escolar
NPD - Núcleo de Processamento de Dados